Grazie a te sono una persona migliore

Non ho molto da dire su “Bicio”.. Beh lui era tutto ciò che ammiravo. I bimbi si ricordavano di lui, lo cercavano per
giocare e lui giocava con loro sempre con il sorriso. Non importava cosa gli succedeva fuori dall’oratorio, lui una volta a contatto con i ragazzi diffondeva calore e amore per gli altri. Lui è stato come un fratello per me. Mentre tutti i miei amici si distaccavano dall’oratorio io pensavo a lui e mi sono buttato in questa esperienza non pensando a cosa pensassero di me gli altri. Grazie a lui sto vivendo emozioni che mai avrei pensato di provare: alzarsi la mattina e vedere il sorriso di un bambino che crede negli occhi dell’animatore è tutto ciò che un’emozione può darmi. Per tutto devo dire solo una cosa,
con le lacrime agli occhi: Grazie a te sono una persona migliore… grazie Bicio”

Francesco (Cecco)

Era umile e pronto ad aiutare gli altri, a spronare e ad incoraggiare i più timidi, quelli più in difficoltà.

Era una festa di carnevale dell’oratorio, non eravamo in molti animatori, avevamo programmato come gioco “bang”! Ero
in cerchio con i bambini e non mi ricordo quali animatori c’erano insieme a me, se non lui, Bicio.
Bicio non era un animatore, era l’Animatore, quello con la A maiuscola, quella persona più grande di te, che ammiri molto, talmente tanto da metterti quasi in soggezione perché c’è la sensazione di non essere all’altezza, lui, insieme a Francesca erano le due figure a cui tu animatore novellino ti ispiravi, l’obiettivo da raggiungere.
Presenti e attivi sia in oratorio che a messa.
La sensazione di non essere all’altezza non era frutto del suo atteggiamento, ma della grande stima, era umile e pronto ad aiutare gli altri, a spronare e ad incoraggiare i più timidi, quelli più in difficoltà.
Quel pomeriggio Bicio era lì con la sua macchina fotografica, avrebbe dovuto semplicemente scattare qualche foto, ma
vedendoci un po’ in difficoltà si mise ad animare con noi. Mi aiutò a superare la timidezza iniziale tipica di quando ci si
trova davanti ad un gruppo di bambini nuovo, mi spronò a mettermi più in gioco. Mi diede sicurezza! In quel gioco non
riuscì solo ad essere più partecipe nell’animare, a farlo con più piacevolezza e serenità (ottimi ingredienti che i bambini
colgono al volo!), ma anche ad entrare più in contatto con quell’Animatore così tanto osservato ed ammirato, spesso da
lontano.
In quel pomeriggio sperimentai quanto sia importante mettersi in gioco e mettere passione, impegno e gioia in ciò che si
fa, per trasmettere agli altri buone emozioni, buoni insegnamenti!

Elena

Essere cristiani, con tanta gioia di vivere e voglia di aiutare gli altri.

Inizialmente quando ho letto l’idea di scrivere qualcosa per far conoscere Bicio ho apprezzato e mi sono immediamente
proposto di rispettare l’impegno, poi ogni volta che mi mettevo a pensarci la faccenda si complicava, un aneddoto, un episodio, una testimonianza ma ci sarebbero così tante cose da dire, che è anche difficile scegliere e riuscire a passare un messaggio, soprattutto per uno come me che non si sente particolarmente “scrittore”.
Bicio riusciva sempre a unire gli aspetti del divertimento e della compagnia con spunti di riflessione, di vario tipo, ma mai
scontati. Ricordo vari momenti passati insieme: come nella redazione di “Amico” il giornalino dell’oratorio (che i più giovani non ricorderanno) in cui si inserivano commenti biblici ma anche giochi e interviste “originali”; o vacanze come
quelle ad Assisi, in cui prima di dormire trovava cinque minuti per leggere un passo della Bibbia e magari scambiare due
parole su quanto aveva appena letto.
Vorrei raccontare tanti aneddoti, come i programmi che mi aveva raccontato per la GMG di Madrid, o di iniziative che si
sarebbero potute fare, o si sono fatte, in oratorio, riflessioni fatte insieme… . Personalmente questi momenti mostravano
come nella vita di tutti i giorni si potesse essere cristiani, con tanta gioia di vivere e voglia di aiutare gli altri.
Purtroppo il Signore ha deciso che il suo aiuto non sarebbe proseguito su questa terra ma ci avrebbe consigliato in un modo diverso. Spero che tutti noi possiamo riuscire sempre a sentire la sua presenza e imparare qualcosa da lui.

Daniele

Bicio e il tempo

Le sue giornate sembravano di 48 ore. Impegnatissimo in molte iniziative ed hobby, riusciva a trovare il tempo per tutto.
Il suo segreto? Non sprecarlo! E colorare ogni singolo minuto con il suo contagioso entusiasmo.
E per me, che tendo a perdere il controllo del mio tempo, Bicio è stato ed è tuttora un esempio di vita anche in questo.
Perché rispettare il proprio tempo significa glorificare la propria vita.
Per tendere sempre più in alto.

Patric

Bicio e l’arrampicata

L’arrampicata sportiva è uno sport molto recente in costante evoluzione sopratutto per quanto riguarda il campo agonistico.
Resta comunque forte la sua matrice amatoriale; infatti è uno sport che nasce immerso nella natura dove trova come
giudici di gara solo le difficoltà che la natura stessa impone e la personale etica di chi lo pratica.
Bicio era un “boulderista” perché praticava, fra le diverse discipline dell’arrampicata, il sassismo.
In questa disciplina non si sfidano la montagna e i suoi pericoli, ma si lotta contro dei sassi non più alti di 3 o 4 metri
ricercando la difficoltà e la tecnica più efficace per salirli.
Insieme a Bicio ho imparato alcune regole del sassismo, la prima è semplice: si cade, si cade e si cade. Si cade anche 40
volte prima di riuscire finalmente a scavalcare quel piccolo pezzo di roccia, e una volta superato un pezzetto si ricomincia
a cadere altrettante volte su un altro sasso.
Ho condiviso con Bicio 5 anni di avventure in giro per le foreste a cercare questi sassi.
Abbiamo dormito in macchina, in tenda e poi in fine negli ultimi 2 anni direttamente sotto le stelle, e questa è la seconda
regola che ci ha insegnato il sassismo: immergersi nella natura. Questo significa in primis accettare la semplicità e la
pochezza di quello che ti serve per stare in giro. In questa che io ritengo essere un’arte Bicio è stato per me, ma credo anche per tutti i sassisti che abbiamo incontrato, un ottimo maestro proprio per la semplicità con cui sapeva prepararsi alle varie sfide e la capacità di farsi da parte se qualcuno era più ingordo o semplicemente più affamato.
Scalando spesso incontri sassi con forme strane in luoghi unici, questo porta molte persone, compreso Bicio, a meravigliarsi e desiderare di scoprire nuovi passaggi su sassi sempre diversi con soluzioni sempre diverse. È un percorso che nasce fuori nel contatto visivo e tattile con la roccia, e al tempo stesso cresce dentro al carattere di una persona rendendo fertile la fantasia, e qui che abbiamo scoperto un’altra regola: la creatività.
Viaggiare è stata la prima fonte per tenere la nostra amicizia sempre viva e forte, eravamo creativi come amici, soprattutto
quando litigavamo…
Era un arrampicatore formidabile sia perché era forte ma soprattutto perché si dedicava in pieno nella pratica sportiva.
Anche se non riusciva a salire il suo sasso era felice lo stesso perché si era divertito, e le persone intorno si divertivano con lui.
Bicio dava il massimo mentre scalava e poi ci metteva il massimo per farti il tifo.
Questo è l’ultimo insegnamento del sassismo: la condivisione. Spesso stiamo in compagnia di altre persone ma non
condividiamo veramente quello che stiamo facendo, lo viviamo sempre in modo molto personale. In compagnia di Bicio ho scoperto che questo amico nel tempo ha condiviso veramente le mie gioie e le mie paure.
Di rimando credo di aver condiviso altrettanto le sue.
Ovunque mi ritrovo a scalare ho sempre un buon aneddoto da raccontare legato alla nostra amicizia.
Ciao Bicio

Un amico

MeDiaRiStiFi!

Nel 2009-10 mi è stato chiesto, per la prima volta, di curare un corso animatori. Per me era un grande impegno, ma anche un grande piacere. La persona scelta per fare questo cammino con me era proprio Bicio e il progetto che ci aspettava abbastanza impegnativo: fare degli incontri durante tutto l’anno che dessero ai ragazzi più che degli strumenti pratici di animazione (quelli, ormai, erano ampliamente acquisiti) degli spunti per vedere l’Oratorio come una casa e il loro gruppo come una Comunità di Fratelli.
Era la prima volta che mi trovavo a lavorare fianco a fianco con lui, prima di quel momento c’era invece sempre stato un
rapporto di animatore-animata. E penso che sia stato uno dei cammini più importanti della mia crescita come persona e come animatrice.
Il corso era intitolato “Un cuore solo, un’anima sola”. Ricordo che al primo incontro abbiamo presentato ai ragazzi una
“parola d’ordine” che avrebbe poi dovuto accompagnarci in tutto il cammino, che sarebbe dovuta essere la base della
nostra Comunità di Fratelli:
MeDiaRiStiFi
Questo è il riassunto di quel cammino, ma è anche ciò che penso quando ricordo Bicio e ciò che mi ha insegnato e lasciato. È ciò che, mentre cercavamo di “spiegarlo” ad altri, lui mi ha insegnato con l’esempio, perché lo viveva ogni
giorno.
METTERSI IN GIOCO: vivendo in ricerca di miglioramento, con la passione di chi si lancia in qualsiasi attività scelta e
di conseguenza la fa con entusiasmo ed entusiasmando.
DIALOGO: credendo fermamente nell’importanza di far conoscere la propria posizione, confidando nel fatto che una
Comunità non si costruisce se non discutendone le scelte, sapendo sempre e comunque ascoltare.
RISPETTO: riconoscendo il valore dell’Altro e delle altrui posizioni, a volte in modo concitato, ma pur sempre facendo sentire le persone parte del Progetto.
STIMA: esaltando i pregi di chi aveva intorno e giocando sui difetti, dimostrando così di accettare le persone proprio per
quel che erano e amandole per questo.
FIDUCIA: cercando una Comunità in cui ognuno ha il proprio posto e fa la sua parte come nessun altro saprebbe fare.
Chiamando le persone “fratello”, amandole davvero, perché la fiducia non si acquista per mezzo della forza, neppure si
ottiene con le dichiarazioni, la fiducia bisogna meritarla con gesti e fatti concreti. Pregando e affidando la propria vita a
Dio, senza mai vacillare, anche nelle difficoltà

Arianna

Un giovane come me.

Ho conosciuto Bicio ad un incontro diocesano, il Sicomoro a Novara, non avevo mai partecipato ed era per me, un periodo di discernimento: Cosa vuole Dio da me?
A Pernate ero ormai rimasto l’unico animatore grande, e mi chiedevo spesso se non sarebbe stato meglio uscirne… ed è
qui che ho incontrato Fabrizio.
Un giovane come me, impegnato in oratorio, sempre entusiasta e con il desiderio di trasmettere ai più giovani quanto è
bello credere.
Dopo quell’incontro, la suora che guidava il nostro gruppetto ha provato a metterci in contatto tutti con email di saluti e riflessioni. Io e Bicio eravamo forse gli unici a rispondere sempre.
Mi rincuorava sapere che dall’altra parte della diocesi c’era un animatore grande come me che aveva deciso di continuare
a stare in oratorio per gli animatori più piccoli.
Le nostre strade si sono incrociate spesso, incontri “causali”, addirittura una sera anche a Pernate.
Più avanti poi, grazie alla guida spirituale comune, le occasioni per incontrarci sono state più frequenti…
E poi ho scoperto che c’era in programma di far partire in diocesi il Progetto Sentinelle, ricordo che ho accettato volentieri la proposta, sapendo che c’era anche lui, desideroso finalmente di condividere un percorso.
Ricordo con grande piacere la sua capacità di farti sentire accolto, già dal saluto, con quel suo abbraccio sincero.

Giuseppe

L’insegnante di educazione fisica lo chiamava “STRINGA” perchè durante le lezioni e nel percorso per arrivare inpalestra aveva spesso le stringhe delle scarpe slacciate.

Ho due ricordi simpatici di Bicio:
L’insegnante di educazione fisica lo chiamava “STRINGA” perchè durante le lezioni e nel percorso per arrivare in
palestra aveva spesso le stringhe delle scarpe slacciate, ed l’insegnate gli diceva:
-“STRINGA allaciati quelle scarpe!!!!!” e tutti (lui compreso)ci facevamo una bella risata.
Ricordo che era una persona per niente permalosa e molto autoironica.
Un altra cosa che ricordo risale ad un giorno di fine inverno, un sabato per esattezza, Bicio faceva parte di un team di sci ed il sabato alcune volte aveva il permesso per finire la scuola con un oretta di anticipo per partire con il gruppo ed andare ad allenarsi.
Lui era sempre contento di poter finire prima degli altri ma quel sabato in particolar modo, tanto da indossare uno
sopra l’altro diversi Bomber (giacche a vento che andavano di moda in quegli anni,lui ne aveva uno blu scuro e all’interno arancione) da sembrare un omino Michelin.
Ad un certo punto il Prof. si è talmente incazzato che gli ha negato di toglierseli fino a quando se ne andava.
Lui era rosso come un peperone e sudato ma teneva duro e se la prendeva ridendo.
io e Bicio dopo le medie abbiamo avuto percorsi molto diversi pertanto non abbiamo più avuto modo di frequentarci se non qualche volta in oratorio quindi non ho più tanti ricordi se non qualche spezzone di
vita che ricordo male.
Quello che ricorderò sempre di lui è quell’onesto sorriso che aveva.
Spero di non essere stato invasivo e spero che il mio piccolo ricordo possa essere un contributo per questo progetto.

Francesco P.

Rimanere fedeli a se stessi anche mentre si sta recitando una parte ridicola.

Come sempre esco di casa un po´ in ritardo…zaino in spalla e colazione ancora da digerire, corro verso casa di Bicio. Fortunatamente da casa mia a casa sua è tutta una discesa. arrivo a casa di
Bicio e come spesso accade anche Fabri è in ritardo… di questo però non mi preoccupo e mi siedo a fare due chiacchere con chi invece è già in cucina… Il papà di Bicio che mi offre sempre qualcosa da bere:-).
anche se per andare a scuola, direzione Verbania, c’è un autobus trovo molto più divertente andare con Bicio. Dormo un po´ di più e mi diverto altrettanto.
Così da un po´ di tempo condividiamo la tratta Cannobio – Verbania in macchina.
Ah finalmente anche Fabri è pronto, o quasi…di certo anche oggi è di buon umore e subito mi contagia. Ci conosciamo da anni e principalmente ci siamo sempre divertiti insieme…. due scemi che trovano da scherzare e ridere per ogni cosa.
Si parte per Verbania…
Oggi Bicio tira fuori il meglio della sua discografia… “eh Clio ascoltati questa”…
elio e le storie tese in ” il vitello dai piedi di balsa”: geniale. Sono le 7.35 del mattino e Bicio canta già il ritornello di una delle più assurde canzoni che abbia mai ascoltato. mi ripeto…geniale. E così trascinati dalla musica anche oggi ci mettiamo a ridere a crepapelle per tutto il viaggio. Ci impegniamo molto però nelle nostre interpretazioni, Bicio sa essere molto molto serio mentre canta una pessima canzone di Mauro Repetto (che se per caso ve lo foste dimenticato faceva duetto con max pezzali nella prima formazione 883).
Mi ha sempre affascinato in Bicio questo aspetto: rimanere fedeli a se stessi anche mentre si sta recitando una parte ridicola. Anche oggi ci il viaggio sembra durare 2 minuti mentre se avessi preso il bus il viaggio mi sarebbe parso eterno.
arriviamo sul lungo fiume di intra, dietro il Cobianchi, saluto Bicio che va al lavoro e via corro verso la mia classe.. la campanella è già suonata ma ne è come al solito valsa la pena.
Se ripenso a quelle mattine la gioia mi apre il cuore…. come è sempre stato facile divertirsi e stare bene con Bicio. Ci si poteva divertire rimanendo se stessi, senza esagerare pur esagerando….lo faceva con il cuore, per portare gioia, per sdrammatizzare. Ho nella mente tanti altri bei momenti ma credo che chi ha conosciuto Bicio sa di cosa parlo.
ritornando poi a quei passaggi in macchina mattutini Bicio non ha mai voluto dividere la benzina.
Bicio ovunque tu sia ora… aiuta i nostri cuori ad essere altrettanto puri. Ti voglio bene. tua amica per sempre.

Clio

Subito mi ha parlato di quel Gesù che aveva incontrato.

Che dire di Bicio? Un ragazzo solare, unico, sempre sorridente…e chi se lo scorda più il
suo sorriso? impossibile…si è impresso nel mio cuore e lì rimarrà per tutta la mia vita. L’ho conosciuto a Desenzano del Garda, durante un’incontro con le Sentinelle del Mattino (lui sì che è stato una vera sentinella!)…di quel giorno ricordo il fatto che subito mi ha parlato di questo Gesù che lui ha incontrato…e che non poteva fare a meno di donare a chiunque incontrasse…e li i miei occhi si sono tramutati in cuoricini e ricordo di aver subito pensato “anch’io voglio essere come lui…voglio saper testimoniare questo amore”…e cosi ho
cercato di fare fino ad oggi…con sempre davanti il suo sorriso…al Sermig di Torino,
durante lo Spring Event delle Sentinelle, la nostra amicizia era ancora più forte…era meraviglioso ritrovarsi dopo mesi e riabbracciarsi come se fosse passato tanto
tempo ma allo stesso tempo come se non ci fossimo mai persi di vista…ringrazio Dio per il dono di questa amicizia…ringrazio Dio per la testimonianza di questo mio fratello…adesso avrà di certo incontrato il mio papà lassù e insieme sono certa che mi sostengono in questa ardua missione che è l’evangelizzazione!

Cecè

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora